Caleidoscopio – Esplorazione

Arte in dialogo con il territorio
A cura di Piermario Dorigatti, Arcangelo Esposito, Daniela Moro, Pantaleo Ragno, Tetsuro Shimizu, Maria Tcholakova

Giunto alla sua terza edizione, il progetto Caleidoscopio – Esplorazione si rinnova e si arricchisce grazie a una nuova, significativa collaborazione tra l’Accademia di Belle Arti di Brera, il Museo Butti | Contemporanea e il Centro Polifunzionale di Viggiù. Una sinergia resa possibile da una recente convenzione che ha come obiettivo quello di consolidare i legami tra formazione accademica, patrimonio culturale e territorio, innescando un processo virtuoso di scambio e confronto che valorizza tanto le pratiche artistiche emergenti quanto le specificità storiche e culturali locali.

Il rapporto tra l’Accademia di Brera e il Museo Butti affonda le sue radici nel XIX secolo e rappresenta un legame profondo, ricco di storia e di significati simbolici. L’artista viggiutese Enrico Butti, a cui è dedicato il Museo, fu infatti allievo dell’Accademia a partire dal 1861, frequentando i corsi di Pietro Magni, uno dei maggiori scultori del suo tempo. La figura di Butti rappresenta dunque un primo punto di contatto tra Brera e Viggiù, un legame che ha attraversato le epoche e che oggi viene rilanciato in una prospettiva contemporanea attraverso questo progetto.

A rafforzare ulteriormente questa relazione fu, nel Novecento, l’artista e docente Gottardo Ortelli. Già insegnante di Pittura all’Accademia, Ortelli diresse il Museo Butti dal 1977 al 1995, promuovendone un rinnovamento sia dal punto di vista curatoriale che da quello istituzionale. Durante il suo mandato istituì il Premio Orsa e curò mostre di grande rilievo, inaugurando una sezione dedicata all’arte contemporanea e invitando artisti a confrontarsi con lo spazio del Museo e con il contesto del territorio. L’intento di Ortelli era chiaro: fare del Museo un punto di partenza per un più ampio progetto culturale capace di coinvolgere il territorio e creare un dialogo fecondo tra le diverse espressioni dell’arte contemporanea. In quest’ottica rientra la realizzazione del Centro Polifunzionale che, voluto dall’allora Assessore Ortelli come luogo di promozione di eventi culturali, venne inaugurato nel 1980 con la mostra I Longhi. Una famiglia di architetti tra Manierismo e Barocco, curata con Giulio Carlo Argan. Collocato all’interno del parco museale e collegato alla Gipsoteca Butti, al Museo Butti|Contemporanea e al Museo degli Scultori Viggiutesi, l’edificio offre quest’anno al progetto Caleidoscopio nuovi spazi, già pensati con finalità espositive.

Oggi, questa importante eredità è stata raccolta dalla Conservatrice Veronica Zanardi, impegnata nel   mantenere viva la vocazione del Museo come spazio di confronto e sperimentazione. Sotto la sua guida, il Museo Butti | Contemporanea -situato ora negli spazi di quella che fu Casa Butti-, e il suggestivo parco che lo circonda, sono diventati luoghi aperti all’arte contemporanea, capaci di accogliere progetti innovativi e di favorire una riflessione sul ruolo dell’arte nei contesti locali. È proprio in questo scenario che prende forma Caleidoscopio – Esplorazione, un progetto che intende valorizzare il lavoro degli studenti dell’Accademia di Brera, offrendo loro un’occasione concreta di crescita, visibilità e confronto.

L’iniziativa coinvolge studenti della Scuola di Pittura, selezionati da un team di docenti – Piermario Dorigatti, Arcangelo Esposito, Daniela Moro, Pantaleo Ragno, Tetsuro Shimizu, Maria Tcholakova – che hanno curato e coordinato le diverse fasi progettuali. Gli studenti, attraverso un processo laboratoriale attento e partecipato, sono stati invitati a confrontarsi con il Museo e con la realtà urbana e culturale di Viggiù, indagando in maniera personale e sensibile le memorie del luogo, le sue stratificazioni simboliche, le sue tracce visive e identitarie.

Ne è nata una mostra di opere site-specific, concepite per instaurare un dialogo autentico con lo spazio che le ospita. Pittura, disegno, scultura, fotografia, installazione: le diverse tecniche e modalità espressive si intrecciano in una narrazione polifonica, dove ogni lavoro costituisce una voce autonoma ma al tempo stesso in risonanza con le altre. Le opere sono pensate non solo come esiti formali, ma come processi di ricerca, di immersione e di ascolto del territorio. In questo senso, il progetto assume anche una forte valenza didattica: non solo un’esposizione, ma un’occasione di verifica e di maturazione, in cui gli studenti mettono alla prova le competenze acquisite durante il percorso accademico in un contesto reale, fuori dalle aule, a contatto diretto con lo spazio e con la comunità.

Caleidoscopio – Esplorazione rappresenta anche un momento importante di apertura verso il pubblico. La mostra diventa un’occasione per riflettere sul ruolo dell’arte contemporanea in relazione alla memoria e al paesaggio, sul concetto di identità culturale, sul rapporto tra il fare artistico e il contesto in cui si inscrive. L’eterogeneità dei linguaggi presentati non è casuale, ma espressione di una pluralità di visioni e di approcci, che testimonia la ricchezza e la vitalità della ricerca artistica contemporanea.

A completare il progetto, anche la documentazione fotografica della mostra e dei momenti installativi, affidata ad alcuni studenti del Triennio di Fotografia, coordinati dal professor Cosmo Laera. Il loro lavoro ha avuto un ruolo fondamentale nel fissare e interpretare visivamente l’intero percorso espositivo, creando un ulteriore livello di lettura e memoria del progetto.

Un ringraziamento speciale va al Sindaco del Comune di Viggiù, Emanuela Quintiglio e alla Conservatrice Veronica Zanardi per la disponibilità e la sensibilità dimostrate, che hanno reso possibile l’intero progetto. Il loro sostegno ha permesso la realizzazione di un’iniziativa che non è solo una mostra, ma un vero e proprio laboratorio di idee, una piattaforma di dialogo tra istituzioni, artisti, studenti e territorio.

Caleidoscopio – Esplorazione è, in definitiva, un progetto che mette al centro l’arte come esperienza condivisa, come strumento di lettura e trasformazione del reale. Un’esperienza formativa e culturale che nasce all’interno dell’Accademia ma si proietta verso l’esterno, costruendo legami, stimolando riflessioni e creando nuove possibilità di incontro.

In mostra le opere di: Alessio Angelica, Bassi Adriano, Bella Carlo Di, Berardi Elia, Boglioni Sara, Dell’Era Elisa, Ella Carlo Di, Farber Raffaele, Gentili Philip, Geymonat Alice, Lanza Alessandra, Macrì Valentina, Maffiuletti Carlotta, Mastropietro Simona, Mastrolia Davide, Nobili Nicola, Pavan Giorgia, Riva Alice, Sala Celeste, Scarella Lisa, Sotgiu Raffaele, Senn Giulia, Zennaro Martina.